Una serata speciale, animata dalla lettura di un libro frutto di una lunga ricerca nella moda sostenibile, in un luogo altrettanto speciale della moda a Milano da sempre all’avanguardia nella ricerca e nella proposta di uno stile ispirato all’innovazione. Si è parlato di etica, di ricerca e di consapevolezza ma anche di piacere e di bellezza nella presentazione del libro Fashion Change ospitata da Banner Boutique di Milano in occasione di Book City.
La moda sostenibile nei suoi tanti aspetti è stata affrontata da Maria Elena Moioli di Biffi, Anna Detheridge founder di Connecting Cultures e Monica Re di Studio Re con la partecipazione speciale di Tiziano Guardini, il fashion designer più creativo e innovativo della moda consapevole che ha letto un brano tratto da Fashion Change.
Per l’occasione Banner Boutique ha dedicato le vetrine che si affacciano su via Sant’Andrea alla bellissima collezione FW2018 di Guardini, definita da proposte in lana riciclata in coloratissime lavorazioni tweed.
Il tema della serata era una riflessione sul concetto di lusso e sul cambio di paradigma che la moda consapevole ha portato nella cultura dominante del fashion system.
“Assistiamo a una nuova percezione del lusso – ha raccontato Anna Detheridge dopo i saluti di Maria Elena Moioli – Il lusso non è più rappresentato dagli oggetti più costosi o dalla passiva esibizione di un brand. Si è avviato un salto qualitativo verso il concetto di valore. La moda deve recuperare il valore della cultura, della sua cultura. Il nuovo lusso è un’apertura alla conoscenza: dei materiali, delle lavorazioni, del contesto ambientale e sociale nel quale avviene la produzione. Il nuovo lusso è la consapevolezza, il cardine sul quale si fonda il movimento della moda sostenibile. Una movimento che ha bisogno del contributo fondamentale della ricerca per convertire la produzione di tessuti sintetici in materiali biodegradabili. Auspico che i grandi brand di moda investano parte del budget destinato alla comunicazione nella ricerca. Ma la moda è anche il piacere di vestirsi per se stessi in un incontro con la bellezza. Sono felice che sia con noi Tiziano Guardini che con il suo lavoro è il simbolo dell’innovazione e della creatività della moda sostenibile”.
“Quando ho aperto il libro Fashion Change mi sono innamorato, l’ho letto e l’ho riletto – è stata la risposta del fashion designer – . E’ un libro che affronta in maniera completa la sostenibilità anche se abbiamo sempre da imparare. Ogni tessuto delle mie creazioni racconta una storia di sostenibilità, una storia di vita e di sopravvivenza. Come la seta che utilizzo per i miei capi, ricavata dai bachi che muoiono naturalmente nel momento in cui diventano farfalla: lo vedo come un gesto di rispetto per la vita. E’ importante che ognuno di noi faccia la sua parte. Come il colibrì che sorpreso con gli altri animali nel grande incendio della foresta, invece di fuggire attinge con il becco una pozza d’acqua e goccia dopo goccia va a bagnare le piante. Sei troppo piccolo, dice il grande leone, non ce la farai mai. Io faccio la mia parte, risponde il colibrì”.
Per la sua lettura Guardini ha scelto un testo di Orsola De Castro, La custode dei Vestiti, che racconta il suo rapporto d’amore con la moda:
“I capi pret-à-jeter (usa e getta) non resistono al test del tempo, non tanto perché sono di qualità inferiore, ma perché non resistono al test dell’amore, perché non creiamo nessun coinvolgimento emotivo quando li compriamo”.
“Il mio sogno – ha concluso Guardini – è che ognuno possa vestirsi un giorno trasmettendo un messaggio di rispetto per la vita. Apriamo il nostro cuore al rispetto per le cose che facciamo”.
“Credo più che mai alla moda fatta con il cuore – ha detto Monica Re -. E’ tutta una questione di cuore, di amore. Mi ritengo una cacciatrice di senso, questa sera rappresenta l’apogeo di un percorso di incontri magici con le persone che l’hanno pensata e voluta. Il cambio di paradigma di cui parlava Anna ci dice che dobbiamo assumerci le responsabilità e impegnarci in prima persona. Vorrei che noi questa sera facessimo il piccolo, grande gesto di inaugurare il movimento #fashionchange e di diffondere questo hashtag ovunque. Possiamo fare la nostra parte. Come un colibrì”.
(Paola Baronio)
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