di Paola Baronio
Nei giorni scorsi Brunello Cucinelli ci ha fornito un esempio molto concreto di cosa sia la responsabilità d’impresa, di come possa essere attuata e comunicata. Di come la visione di un imprenditore responsabile possa generare valore non solo per la reputazione del suo brand ma per il territorio in cui la sua azienda è inserita e per il contesto culturale e sociale in cui opera.
L’imprenditore del cashmere umbro in occasione delle vacanze pasquali ha annunciato ai suoi 1400 dipendenti l’offerta di un bonus  da destinare a tutte le loro attività culturali. Il benefit – di 500 euro per i single e di 1000 per chi ha famiglia – consiste in un rimborso per le spese di libri, cinema, teatro e gite al museo ottenibile portando in azienda gli scontrini..
Un’iniziativa coerente con lo spirito umanista che distingue Brunello Cucinelli e il suo brand e che si concretizza in comportamenti di impresa responsabile, mirati a migliorare non solo le condizioni economiche ma anche la qualità della vita dei vari stakeholder in relazione con la sua azienda.
Cucinelli, nella lettera inviata ai dipendenti, annuncia infatti che “il bonus cultura contribuisce anche a incentivare la riscoperta dell’immenso patrimonio culturale e artistico italiano” concludendo che “la creatività è dove c’è bellezza”.
L’annuncio del bonus cultura non è stata oggetto di un comunicato stampa ma è stata data da un quotidiano locale che l’ha ripresa dalla lettera inviata dall’imprenditore ai suoi dipendenti. Tuttavia la notizia è stata diffusa da tutti i principali mezzi d’informazione con ricadute solo positive per la reputazione dell’imprenditore e del suo brand. L’esempio di Cucinelli è la conferma che la responsabilità d’impresa debba essere comunicata e che la convinzione diffusa tra molti guru della comunicazione che la responsabilità oggi non generi emozioni, sia un mero pregiudizio. Certo, bisogna attuare comportamenti realmente responsabili e muoversi in un contesto di onestà e trasparenza ma la case history di Brunello Cucinelli ci insegna che è in atto una nuova narrazione d’impresa e racconta storie che il mondo vuole ascoltare.