Lunedì 9 novembre abbiamo avuto il piacere di partecipare al seminario “Creativity beyond fashion”, atto conclusivo di Create 4 Prato, progetto lanciato nel 2013 grazie ai finanziamenti della Comunità Europea con lo scopo di innovare e rendere più competitivo a livello internazionale il tradizionale distretto tessile pratese.

Il workshop non si è limitato a considerare il territorio toscano, anzi ha aperto a una riflessione di respiro internazionale. L’obiettivo: definire una strategia comune per promuovere il settore tessile creativo europeo e condurlo ad una posizione leader nel contesto globale.
Al tavolo docenti internazionali e rappresentanti di alcune delle fashion schools più prestigiose d’Europa: Caterina Radvan (senior lecturer e course reader corso Textiles, University of Brighton), Ellen Bendt (Professor for Fashion and Design Management, AMD Akademie Mode & Design, Hamburg), Sarah Dallas (Fashion Knitwear, Royal College of Art, London) Paolo Meroni (Director of Education, Istituto Marangoni School of Fashion, Milano), Nicoletta Morozzi (Director of Fashion Area Design, NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, Milano), Silvia Zancarli (Fashion Marketing & Communication Course leader IED – European Design Institute, Milano), Arturo dell’Acqua Bellavitis (Dean School of Design, Politecnico di Milano). Come moderatore è intervenuta Ornella Bignami, titolare di Elementi Moda e docente di out of fashion.

I relatori hanno presentato a turno il proprio istituto, mettendo in evidenza i progetti di ricerca più innovativi sviluppati dagli studenti in collaborazione con brand e industrie di moda. Dalle singole riflessioni sono emersi e sono stati messi a fuoco alcuni elementi ritenuti essenziali, anzi vitali per il futuro delle industrie di moda europee.

Innanzitutto la sostenibilità, cioè l’attenzione ai materiali e ai processi produttivi impiegati, l’impatto che questi hanno sull’ambiente, sulle persone e sui lavoratori. “Green is the new black” ha commentato Caterina Radvan, sottolineando l’impegno dimostrato dall’Università di Brighton per sensibilizzare e formare gli studenti su questo tema ormai non più trascurabile. Tra le attività più interessanti in questo senso, i progetti realizzati dagli allievi del corso “Textiles” in collaborazione con l’Università di Kyoto, per ridare nuova vita a rifiuti dell’industria tessile.

Altra potenziale risorsa per il futuro della moda europea: la  valorizzazione dell’artigianalità. Ogni regione d’Italia e d’Europa conserva un patrimonio ricchissimo di saperi  manuali e tradizioni artigiane, che va riscoperto e rinnovato alla luce delle innovazioni nel campo della tecnologia, della chimica e del design. Ne ha portato un esempio concreto Sarah Dallas, mostrando le bellissime creazioni di alcuni studenti del Royal College of Art. Collezioni che combinano fibre naturali (mohair) con fibre sintetiche (nylon e poliuretano), prodotti realizzati a maglia con tessuti high tech e stampe riflettenti.

E ancora si è riconosciuta l’importanza fondamentale dell’innovazione tecnologica, dell’aggiornamento continuo sulle nuove tecniche di produzione e della giuste strategie di comunicazione.

I relatori sono stati unanimi nel riconoscere a queste tematiche un ruolo determinante per le sorti del sistema moda europeo, che nei prossimi anni vedrà crescere ulteriormente la concorrenza cinese e dovrà necessariamente diventare più creativo e innovativo. La futura collaborazione tra le università, i distretti manifatturieri e tutti gli attori del sistema moda sarà indispensabile per portare avanti queste linee strategiche. Noi di out of fashion non possiamo che condividere questi obiettivi e la speranza che il made in Europe  si potrà davvero fondare  su principi di etica, sostenibilità, creatività, artigianalità e innovazione, valori che anche quest’anno promuoveremo e diffonderemo nelle nostre masterclass.