di Paola Baronio
Michele Gesmundo è uno che ci crede. Lo capisci subito quando lo vedi arrivare ai corsi di out of fashion. E’ lì tra i primi, elegante in una maniera solo apparentemente distratta, con una cartella di cuoio zeppa di fogli, blocchi, riviste. Una documentazione completa, archiviata con ordine, dove sono trattati i tanti aspetti della sostenibilità: articoli di giornali, testimonianze, bozzetti, lettere. Riguardano la moda, l’architettura, il design, nuovi stili di vita. Poi ci sono tutti gli appunti presi durante le lezioni, le sue considerazioni, le idee, le domande. Per seguire i corsi di out of fashion Michele prende un volo da Bari all’alba del venerdì, rimane a Milano per meno di 36 ore, e poi ritorna a casa, a Terlizzi, dove lo aspettano una moglie e tre bambini piccoli. Michele crede che la sostenibilità sia il futuro. Il futuro suo e della sua attività imprenditoriale. E per questo sta investendo tempo ed energie.
Michele non è un velleitario. E’ passionale, ma anche molto pratico. E’ un affermato agente di commercio nel settore della moda. Svolge questa attività nel suo showroom di Trani, uno spazio di 200 mq in un palazzo del centro, restaurato secondo criteri di bioarchitettura, arredato con pezzi iconici di design. Un posto molto bello che Michele ha inventato per offrire ai brand che rappresenta il valore aggiunto di un’esposizione particolare e distintiva.
Lo showroom si chiama Chelseahotel65. 65 come il suo anno di nascita, Chelseahotel come il mitico albergo raccontato anche da Andy Warhol che ha ospitato negli anni ’70 a New York gli esponenti della cultura underground americana. Una fonte di ispirazione. “L’ufficio si sta trasformando in una factory – ci racconta infatti Michele – e quando non ci sono le collezioni, diventa location per eventi, conferenze, shooting fotografici. Io sono stanziale e questo posto mi rappresenta al 100 per cento . Così come i brand che espongo: marchi di una personalità precisa, che si esprime attraverso la qualità del prodotto, un buon design e un attento rapporto qualità-prezzo”.
Michele non concepisce dimensioni e realtà settoriali: la sua attività e la sua vita si muovono in contesti coerenti. “Mi sento un umanista e lo sono anche nelle mie scelte aziendali. Credo molto nei valori della sostenibilità, nel suo contributo di giustizia sociale e di innovazione nel settore della moda. Non solo negli ambiti della produzione e della creatività ma anche in quello del commercio”.
Le conferme sulla bontà del suo percorso arrivano anche dai corsi di out of fashion, dove Michele ci racconta di avere trovato gente che parla la sua stessa lingua: “Vengo qui per ampliare la mia professionalità di consulente e mi aspetto che prima delle fine delle lezioni possa incontrare qualcuno che ascolti la mia idea”.
L’idea di Michele Gesmundo si chiama Camphotel65 ed è lo spin off di Chelseahotel per la moda sostenibile. “Voglio creare non solo un luogo di accoglienza per i brand impegnati nella moda consapevole, ma soprattutto offrire un’attività di consulenza a 360 gradi con l’obiettivo di creare valore attorno al retail”. Le proposte di Camphotel vanno dalla progettazione di allestimenti con soluzioni ecosostenibili e materiali compatibili, ai corsi di aggiornamento e workshop con esperti nel settore dell’ecostenibilià e delle ricerche correlate, alle strategie mirate di comunicazione e di corporate identity…
Se Michele inizia a parlare dei progetti e delle potenzialità di Camphotel non lo si ferma più: “Il fatto è che credo totalmente nel rinnovamento del mio settore attraverso la cultura della sostenibilità. So che è una strada in salita ma sono anche convinto che da qui a dieci anni sarà la nostra realtà di operatori della moda. Vivo questo impegno come un’urgenza, una missione che mi entusiasma e mi esalta. Gli aspetti critici risiedono soprattutto nella comunicazione: è una realtà complessa che va trasferita con informazioni chiare ma ci vuole anche un interlocutore formato e con capacità di ascolto. Gli ostacoli sono culturali”.
Non per Michele che invece si racconta come sempre più coinvolto nella cultura della sostenibilità: “E’ diventata una scelta di vita per tutta la famiglia. Mia moglie si occupa di bioarchitettura e insieme stiamo costruendo una casa in campagna realizzata con biomattoni e malta di canapa che si alimenterà con energie alternative. Vorremmo anche creare degli spazi comunitari e un pezzo della nostra terra sarà dedicato a un orto condiviso. Un altro spazio dove riconoscerci, dove sentirci bene”.
La pagina di Camphotel65 su facebook: http://www.facebook.com
Paola Baronio
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