Il 24 aprile, in occasione del secondo anniversario della strage di Rana Plaza a Dhaka, in Bangladesh, nella quale persero la vita 1133 operai del tessile, torna la campagna internazionale Fashion Revolutionary Day. Nata in Gran Bretagna da un’idea di Carry Somers, pioniera del fair trade, Fashion Revolution Day pone a tutti una semplice domanda: “Chi ha fatto i miei vestiti?”.
Da qui l’invito a indossare il 24 aprile i propri abiti al contrario con l’etichetta bene in vista, fotografarsi e condividere le foto attraverso i social media. Le indicazioni riportate sull’etichetta, l’elemento che risulta sempre nascosto, permettono di ricostruire la filiera produttiva che può arrivare a coinvolgere centinaia di persone: i contadini che hanno coltivato le fibre tessili, l’operaio che ha realizzato i filati, il trasportatore che li ha portato dai tessutai, l’operaio che li ha tagliati e quello che li ha cuciti: una grande forza lavoro, spesso delocalizzata nei paesi più economicamente disagiati, che rimane invisibile. Il semplice gesto di rivoltare i nostri abiti porta simbolicamente tutto alla luce.
L’iniziativa di Carry Somers ha avuto un grandissimo riscontro, con decine di migliaia di foto scattate e inviate da persone di tutto il mondo. Anche il 24 aprile 2015, in 66 Paesi, tutti coloro che sono coinvolti nel mondo della moda – dai coltivatori di cotone ai lavoratori delle fabbriche, dai grandi marchi ai negozi di abbigliamento, dai consumatori agli attivisti – si riuniranno per sostenere un grande, unico messaggio di giustizia e celebrare la moda come forza di cambiamento, mostrando il proprio sostegno a chi vuole creare nella moda filiere trasparenti, etiche e giuste.
In Italia la campagna Fashion Revolution Day è coordinata dalla stilista Marina Spadafora, ambasciatrice di una moda etica e sostenibile, con Virginia Pignotti, Laura Tagini e Carlotta Grimani, e sostenuta da Altromercato, insieme alle Botteghe del Mondo.
“Fashion Revolution Day vuole un primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente – commenta Marina Spadafora, direttrice creativa di Auteurs du Monde, la linea di moda etica di Altromercato -.Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo”.
web: www.fashionrevolution.org
facebook: www.facebook.com/Fashionrevolutionitalia
Pinterest: fashrev_global
instagram: fash_rev/
twitter: @Fash_Rev_Italia #FashRev
Scrivi un commento