di Paola Baronio

Le presentazioni delle collezioni di Stella Jean non sono mai la mera esposizione di una creatività estemporanea ma costituiscono i capitoli di un racconto che la fashion designer italo-haitiana sottopone al mondo della moda dal suo esordio nel 2011. La sua narrazione esplora i grandi temi della multirazzialità e della multiculturalità sviluppando una sua personalissima cifra stilistica, sintesi delle sue esplorazioni tra le culture e i saperi artigianali del mondo. Una moda che riflette ed evoca il métissage e la hérédité creola di Stella Jean, in cui si fondono le culture del vecchio e la fiera verve del nuovo continente.

Opposti che si incontrano come per il Ritratto e la Maschera, il tema ispiratore della collezione FW 2016-2017 presentata alla Milano Fashion Week nei giorni scorsi. Il Ritratto e la Maschera, nella visione di Stella Jean, simboleggiano le modalità di rappresentazione di uno status, sia nel contesto nobile e borghese nel Vecchio Continente sia nell’ambiente tribale dell’Africa subsahariana. Solo i personaggi più degni della società potevano infatti essere ritratti così come, esclusivamente ai rappresentanti di rilievo della comunità, era dato diritto di indossare la maschera ed essere rappresentati iconograficamente. A illustrazione del mood della collezione  Stella Jean ha allestito una “galleria di avi” in cui le maschere lignee si alternano al loro corrispettivo occidentale, i ritratti. Una cultura dell’incontro e della sovrapposizione tra arte e moda, sottolineata anche dalle sculture-gioiello di Pedro Cabrita Reis, Tom Sachs, Enrico Castellani, Jannis Kounellis, Giorgio Vigna, Carlos Cruz-Diez e Ute Decker realizzate per la Elisabetta Cipriani Gallery di Londra e indossate su dettagli ricamati a mano e applicazioni di piume.

Grazie alla creazione di team locali atti a studiare e valorizzare le competenze del territorio e la maestria delle produzioni culturali e artigianali dei popoli attorno al globo con cui Stella Jean collabora, alcuni capi della collezione sono stati realizzati sfruttando un’innovativa tecnica di recupero e lavorazione: il “Fluffy”, un rifinito manufatto tessile interamente ricavato dagli scarti industriali del mass market.

Accompagnate dalle note live di un coro Gospel, le modelle di Stella Jean hanno indossato cappotti e giacche dall’impronta classica, arricchite da stampe e ricami, trench in cotone spalmato, montgomery in panno e loden in tessuto originale. Le camicie in cotone e seta sono arricchite da dettagli in pizzo e passamanerie mentre gli abiti, dotati di pettorine e colli ricamati sono decorati da maschere africane o ritratti di famiglia. Tanti gli abiti rigidi e fluidi mentre i pantaloni con bande laterali traggono ispirazione dalla classica divisa da carabiniere. Le gonne, di lunghezze mini, midi e maxi sono state proposte come  “cartelle colori” che coniugano l’intera palette presente in collezione: navy blue, electric blue, azure, forest green, mint, evergreen, chocolate, grey, salmon, purple-red, red, pumpkin, purple, magenta, wisteria.

Una collezione ancora una volta ricca di contenuti, dove attraverso le linee della alta sartorialità artigianale italiana si sviluppano i principi di un’eleganza consapevole, mai ostentata.
È lo stile che ci piace e che rappresenta al meglio i valori della moda etica e sostenibile nei quali tanto crediamo.