Testo, foto e creatività di Valeria Cattari

Un flusso partito da una semplice foto e sviluppatosi in quello che nella mia testa era l’edificio del Rana Plaza, un alveare grigio scandito solo da finestrelle quadrate, un foglio bianco disegnato come il Rana Plaza e poi stropicciato, così come quel cemento si è accartocciato sulle vite di quelle 1133 persone. Sono loro che appaiono nelle finestrelle, mentre fanno il loro lavoro tra spilli e filati, in condizioni probabilmente disumane per quei brand che ancora devono pagare. E che non pagheranno mai abbastanza.