di Paola Baronio

Dalle aule di medicina alle scuole di sartoria. Da Como a Berlino, da Anversa a Firenze, a Milano a Roma: il percorso che ha portato Daniele Orlandi verso la moda e i corsi di out of fashion merita di essere raccontato. Soprattutto perché porterà alla realizzazione di una collezione capsule che verrà presentata la prossima primavera.
Daniele è uno che studia, che non improvvisa. Il padre e il nonno di Daniele sono medici ed è stato quasi scontato che dopo il liceo linguistico seguisse la tradizione di famiglia frequentando per tre anni i corsi dell’università di Varese. Non si hanno le idee tanto chiare a quell’età, ma basta un viaggio a Berlino al seguito di un amore lontano per capire che la medicina non è nel suo destino.

moodboardDaniele invece è affascinato dalle avanguardie che ha l’occasione di frequentare a Berlino: artisti, creatori di moda, musicisti, galleristi, cool hunter. C’è un grande fermento e lui vuole esserne parte. In quei mesi di esplorazione si reca ad Amsterdam ed è colpito dalla visibilità che la città riserva alle sfilate degli studenti dei vari corsi fashion, poi si sposta ad Anversa e scopre l’accademia della moda. Ormai si sente pronto per la scelta: vuole realizzare anche lui dei vestiti. Convincere i genitori si rivela più facile di quanto temuto: ascoltano le sue ragioni e si mettono a disposizione per individuare insieme il percorso migliore.
Daniele ha la fortuna di scegliere il corso di Orientation Design di Polimoda a Firenze, dove proprio quell’anno sono approdati i migliori insegnanti dell’Accademia di Anversa. Sono tre mesi importantissimi, dove scopre una creatività di cui era inconsapevole. Torna a Berlino, convinto di potere essere in grado di realizzare un proprio portfolio. Si confronta con la sua inesperienza, “con la difficoltà del fare”, come sintetizza. Capisce che deve costruirsi una solida manualità: i tre anni successivi li trascorre a Milano, alla Afol Moda, dove diventa sarto. Si innamora dell’artigianalità e delle tecniche di sartoria, impara ad usare la macchina da cucire.
A fine corso la prova più bella: la realizzazione dell’abito da sposa per la sorella. Un’esperienza nella quale Daniele, che chiede aiuto a un’insegnante modellista della scuola, si impegna con orgoglio e passione.

E’ il primo risultato concreto dopo il cambio di studi, ed è particolarmente significativo che la componente affettiva sia così presente, perché l’amore, come dice lui, è uno degli elementi della sua creatività. Nel frattempo il suo percorso di formazione prosegue con i corsi di modellistica, sartoria artigianale, fashion design, merceologia tessile e storia del costume all’Istituto Secoli.

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La scorsa primavera la realizzazione della sua prima collezione, una serie di abiti in seta e cotone, facili da indossare, pensati per essere proposti a un prezzo contenuto. Piacciono alle amiche ma vengono analizzati con spirito molto più critico dagli insegnanti della Marangoni che lo aiutano anche a rivedere i limiti dei bozzetti realizzati finora. Daniele ascolta le loro osservazioni con grande attenzione,  ricavandone ulteriori stimoli a migliorare e a metter ancora più a fuoco il suo percorso di formazione.
Ora sta scoprendo a Roma il moulage – una tecnica con la quale il tessuto viene “scolpito’’ direttamente su manichino sartoriale mediante l’uso della tela o tessuto – e ne è innamorato. Questo contatto diretto con la materia lo stimola a una creatività nuova e feconda.

tailleur-moulageL’approdo ai corsi di out of fashion arriva altrettanto naturalmente. I valori della moda consapevole, l’attenzione al contesto nel quale si svolge la produzione dei tessuti e dei capi, alle condizioni di chi ci lavora, sono suoi da sempre. Così come il rispetto della donna, della sua integrità. Daniele vuole realizzare per lei abiti che non creino barriere ma esaltino una femminilità pensante, libera dagli stereotipi, che cerchi l’essenzialità e l’essenza delle cose. Lo affascina la sfida della moda sostenibile e la creazione di abiti intriganti realizzati rispettando valori etici:  “La moda è uno strumento di comunicazione e un forte agente di cambiamento: realizzare capi con una produzione sostenibile, che crei lavoro e profitto, è un enorme valore aggiunto”, afferma con convinzione.
Daniele segue tutto il corso che giudica di grande grande stimolo per i suoi progetti futuri. Lo interessano in particolare i sistemi dei makers e si è interessato a un fab lab di Milano per la definizione di pattern vettoriali per il taglio laser.

Il suo obiettivo infatti è la realizzazione per la primavera di una  propria collezione capsule, un progetto pilota che partirà da modelli sviluppati mediante la tecnica moulage per poi formare gli outfit e presentarli.

“Non penso solo a una una prova stilistica – modellistica ma anche la possibilitàdi applicare un modo di “fare moda” innovativo e sostenibile: studio di fibre e tessuti, tracciabilità del prodotto, collaborazioni – ci spiega a conclusione del  nostro incontro -. Ho avuto modo di contattare diverse persone che si sono dimostrate interessate al progetto e dovrebbero essere parte della creazione di questo network. La proprietaria di una boutique di Como mi ha già dato la disponibilità dell’allestimento dell’intera vetrina, l’organizzazione di una presentazione e mi ha proposto la collaborazione con il brand Ariafritta di Como per le borse. Se tutto procede, la capsule sarà presentata entro la fine del corso”.