Lo scorso aprile si è svolta la terza edizione del Copenhagen Fashion Summit, una delle più grandi convention mondiali sul tema della moda sostenibile. In occasione del primo anniversario del crollo del Rana Plaza, l’edificio sovraffollato, non in regola e in cattive condizioni, nel quale hanno perso la vita oltre 1000 lavoratori terzisti del settore moda in Bangladesh, si è voluto discutere di come migliorare le condizioni dei lavoratori nei grandi poli dove vengono realizzati la maggior parte dei vestiti al mondo.
Avril Groom, esperta di moda e luxury goods, racconta che il tema è stato dibattuto con partecipazione e preoccupazione da parte dei brand presenti al summit, molti dei quali ormai stretti in una morsa mediatica per la delocalizzazione delle produzioni e naturalmente dediti alla ricerca del profitto maggiore.
Groom tuttavia ci comunica che la sostenibilità sta diventando “sexy” per molti brand, soprattutto quelli del lusso, che da ora timidamente (chi più, chi meno) investono per cambiare rotta alla direzione fin qui mantenuta dalla produzione di massa. “I brand della moda sono tra i più competitivi e non è più sufficiente avere grandi idee, per avere successo è necessario essere etici e portatori di altri valori” dice Dilys Williams, fondatrice nel 2008 del Centre for Sustainable Fashion, spin off del London College of Fashion: “cinque anni fa la sostenibilità era vista come un problema che riguardava la catena di produzione e distribuzione; ora è una opportunità strategica per l’intero brand, a partire dal design, dal core business”.
Marie-Claire Daveu, a capo del reparto Sostenibilità di Kering – gruppo che comprende 22 brand, tra i quali Gucci, Stella McCartney and Bottega Veneta – rilancia: “la sostenibilità è l’unica via per arginare i più grandi problemi ambientali legati al cambiamento climatico, carenza di biodiversità e scarsità di risorse” inoltre, “può costituire un vantaggio competitivo, perché stimola la creatività e l’innovazione, ingredienti che portano il brand ai vertici”.
Tante belle parole che ci confermano che la strada che si sta pian piano imboccando è quella giusta. Ora aspettiamo i fatti.
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