Il 15 marzo tutti saremo accanto a Greta Thunberg, la fantastica ragazzina svedese che a 16 anni ha deciso di dedicare la sua vita al cambiamento climatico e che porterà in tutte le piazze del mondo i giovani (e sia spera anche adulti) a scioperare contro i potenti della Terra per garantire  un futuro sul nostro pianeta.
È una forma di protesta inedita e potentissima, che supera qualsiasi barriera ideologica, che va oltre le convenzioni generazionali e le divisioni politiche, che unisce, per la prima volta nella nostra storia tutti gli abitanti nel pianeta, senza distinzioni. E che parte dai bambini e dai ragazzi: i nostri figli, la nostra vita, la loro vita.
I giovanissimi che in questi mesi si sono uniti alla protesta di Greta hanno capito che il cambiamento va affrontato a livello globale, che insieme possono fare un’enorme differenza.   E che non sono disposti, in nome di una presupposta crescita economica, a mettere in gioco il loro futuro.
Quelle di Greta e di tutti i ragazzi e gli adulti che l’accompagnano in questa protesta sono le istanze e i valori della sostenibilità che Out of Fashion porta avanti, nel suo piccolo, nel settore della moda.
Siamo molto fiduciosi sull’impatto della manifestazione  che coinvolgerà i giovani di 1325 città in 98 paesi. Confidiamo che possa dare un grande impulso al cambiamento che tutti gli attivisti attendono da tempo.  Che possa aprire un varco ampio a tutti i settori dell’economia circolare e sostenibile, compreso quello dell’abbigliamento.
Perché, come diceva l’amico Matteo Plevano di greenjobs.it, il portale dedicato alle professioni della green economy e del non profit che abbiamo incontrato nei giorni scorsi: “Chi vestirà i milioni di ragazzi che protestano contro il cambiamento climatico? Che si battono contro una  produzione e di un’industrializzazione fuori controllo, che chiedono un’assunzione di responsabilità da parte della politica e dell’imprenditoria di tutto il mondo?”.
Sono una generazione finalmente consapevole, che agisce consapevolmente, che vuole mangiare, viaggiare, vestire consapevolmente. Che in maniera del tutto conseguenze vuole una risposta alla domanda avanzata da Fashion Revolution: “Who made My Clothes?”.
Si può aprire una grande opportunità per le aziende, i fashion designer, i promotori di moda sostenibile: sarà importante coglierla, intercettando le esigenze e i gusti delle giovani generazioni.  E potere dichiarare: We will make your clothes!

Paola Baronio