Il libro di Simona Segre-Reinach affronta l’evoluzione del complesso rapporto della moda con gli animali con un’analisi critica e un metodo interdisciplinare che dalla storia della moda e attraverso l’evoluzione della sua concezione nei nostri costumi, arriva all’informazione sui materiali di origine animale utilizzati nella produzione e le loro alternative. Un testo interessantissimo e appassionante che, dopo il ruolo di carnefice, offre alla moda l’occasione di diventare portatrice di una visione etica e consapevole degli abiti che comperiamo e indossiamo

di Paola Baronio

Ci sono libri che informano e altri che informano e ispirano: Per un vestire gentile. Moda e Liberazione animale di Simona Segre-Reinach appartiene a questa seconda categoria.
Professoressa associata nell’Università di Bologna dove insegna Fashion Studies e dirige la rivista scientifica ZoneModa Journal, Segre-Reinach propone una lettura interessante e appassionante sul rapporto della moda con gli animali e sulla necessità di un salto di qualità nel dibattito generale sulla sostenibilità nel quale, fino a un recente passato, il ruolo degli animali nella produzione e nella rappresentazione della moda è stato quasi del tutto ignorato.
L’attenzione degli attivisti si è infatti soprattutto focalizzata sui valori del rispetto e della cura dell’ambiente e degli essere umani, trascurando per lungo tempo la condizione degli altri esseri viventi non umani – ma comunque senzienti –  vittime di atrocità di ogni tipo per la produzione di fibre e pellami di origine animale da utilizzare per coprire e adornare il nostro corpo.

Per un vestire gentile

Da ‘Per un vestire gentile. Moda e liberazione animale’, pag. 104-105

Tuttavia, è maturata e diffusa nella società contemporanea una nuova sensibilità e una nuova concezione del rispetto verso tutti gli esseri viventi, che dall’uomo si estende anche agli animali e che interessa anche la moda. Anzi, soprattutto la moda che, argomenta l’autrice, è industria, ma anche un sistema di rappresentazione del mondo, nonché un insieme di pratiche concrete che la rendono uno dei più potenti catalizzatori del cambiamento in atto.

Da convinta animalista e studiosa della moda, l’autrice affronta i temi di Un vestire gentile con un approccio interdisciplinare attraverso la storia della moda, del costume, dei comportamenti umani, con approfondimenti di sociologia, filosofia, economia e moltissimi riferimenti bibliografici. Il libro è altresì arricchito da un interessante approfondimento teorico di Stefano Marino, professore associato di Estetica presso l’università di Bologna, dedicato allo statuto filosofico degli animali.

Il tema della moda come manifestazione di cultura e il suo rapporto con gli animali, viene trattato in quattro capitoli che, dalle teoria della moda a partire dal diciannovesimo secolo e attraverso l’evoluzione della sua concezione nella storia del costume, affrontano anche i materiali di origine animale utilizzati nella produzione d abbigliamento e accessori e le loro alternative. Un percorso appassionante verso la ricerca di una moda autenticamente sostenibile nel quale le ragioni di filosofi, animalisti, scienziati e artisti incrociano quelle di designer, stilisti, aziende, consumatori.

I capitoli conclusivi del testo sono dedicati ai soggetti e protagonisti del sistema moda che stanno dando atto al cambiamento verso un approccio etico, rispettoso degli animali, con soluzioni di design e la creazione di materiali alternativi che non provengono da animali o dal petrolio ma derivati da piante, alghe, funghi, colture cellulari.

Per un vestire gentile

Da ‘Per un vestile gentile. Moda e liberazione animale’, pag. 108-109

Materiali buoni, versatili, comodi e soprattutto belli possono rivestire con cura i nostri corpi, in un crescente coinvolgimento del sistema della moda” scrive Segre nelle pagine finali di un saggio che insieme alla denuncia delle criticità offre una visione ottimistica sulla realtà di un cambiamento in atto nella moda.

Un cambiamento verso una rivoluzione empatica che, come auspica l’autrice, ci porti tutti a un “vestire gentile che non comporti sfruttamento e crudeltà nei confronti degli animali: non sarà solo una tendenza passeggera, ma crescerà e si diffonderà come la nuova moda destinata a restare”. Il libro, scrive Simona Segre,  si rivolge alle studentesse e agli studenti dei corsi di moda, sempre più interessati a far sì che il settore in cui si troveranno coinvolti risponda alle loro aspirazioni etiche; agli studiosi e studiose di moda che mi auguro trovino qui una valida sintesi di un vasto problema e a chi, comperando un capo di abbigliamento, un accessorio, un paio di scarpe, sarà più informato su cosa comporta la propria scelta, perché il conoscere è anche la strada per una maggiore consapevolezza. 

Una lettura illuminante quella di Per un vestire gentile. Moda e liberazione animale, un libro che quando si conclude, ci apre a un nuovo sguardo verso tutti gli animali, noi umani e non umani. 

Per un vestire gentile. Moda e liberazione animale, Simona Segre Reinach, Pearson, 2022, 144 pagg. euro 18,05

Paola Baronio è una giornalista professionista con una lunga esperienza nell’editoria e nell’informazione online. Da 10 anni si è specializzata sui temi della moda etica. È tra gli autori di Fashion Change, il libro sulla moda consapevole e sostenibile edito da Connecting Cultures e tra i docenti della Masterclass di Out of Fashion dedicata alla Comunicazione. Nel 2014 ha aperto il blog di lifestyle lamiacameraconvista.com